Siti Web Livorno, Web Marketing Turistico, SEO, Web Design, Inbound Marketing - Toscana
Sono quasi 10 anni che mi occupo di realizzazione siti web e dagli ultimi due soprattutto sto cercando di spostarmi molto sull'Inbound Marketing e più in generale sull'ideazione e produzione di contenuti di qualità per incrementare visibilità, traffico e vendite online del brand di turno.
La lettura e lo studio li reputo fondamentali e di primaria importanza: imparare dagli altri, soprattutto da fonti autorevoli, è una ricchezza inestimabile e grazie al web questa cosa è diventata così semplice che a volte ne dimentichiamo l'immenso valore! Approfitto dunque per ringraziare tutti i miei "guru" di riferimento sparsi per il mondo! :) Senza di loro chissà oggi che cosa starai facendo...
In concomitanza con i peparativi per la prossima edizione della Festa del Pesce (di cui a breve parlerò in un articolo dedicato) ho pensato di rinnovare un po' anche la mia comunicazione su cartaceo (quel pochissimo che di tanto in tanto mi diverto a fare!) e ho pensato ad un formato quadrato 10x10 che oltre a presentare la mia attività potesse in qualche modo anche risultare utile alla persona che lo trova e decide di intascarselo!
Dall'inizio dell'anno ho già letto - come sempre accade in questo periodo - decine di previsioni su quelli che saranno i maggiori trends del 2014, su cosa si dovrà concentrare l'attenzione e cosa dovrà invece essere accantonato per sempre (questo soprattutto in riguardo ad alcune azioni SEO).
Io, come già avevo scritto nel post dello scorso anno, non faccio previsioni (non sono un "guru") ma posso invece fare il punto e cercare di condensare tutto ciò che ho letto aggiungendo alcune personali considerazioni.
Spremendo al massimo i fiumi di lettere che ho passato in rassegna - dai blog italiani a quelli statunitensi - penso che le due parole chiave per il 2014 potrebbero essere, prese in senso ampio, MOBILE e INBOUND MARKETING.
Qualche giorno fa, mentre passeggiavo nel primo pomeriggio tiepido di sole di questo inizio Dicembre, tra mirti, corbezzoli e lecci della macchia mediterranea che copre le colline a me vicine, ricordavo come quasi 15 anni fa avevo creato una piccola associazione di trekking e come la voglia e il desiderio incondizionato di condividere con altre persone quelle esperienze mi avesse spinto ad imparare l'html e il php per creare in autonomia quello che sarebbe stato il mio primo sito; il primo di quelli che ad oggi sono più di 150 siti realizzati, aprendo le porte a quella che sarebbe poi diventata la mia professione attuale.
Il titolo, così enunciato, potrebbe sembrare a molti un paradosso: il mio sito ha bisogno di me? Ma come? Semmai sono io che ho bisogno di lui... per vendere, per trovare clienti, per promuovere i miei servizi... per questo l'ho fatto realizzare!
Ovviamente non fa una piega, niente di più vero, ma, dall'altro lato, se questa visione diventa l'alibi che porta alla stasi e all'immobilismo, niente di più sbagliato! Si cade in un gravissimo errore che può rendere di fatto inutile l'investimento sostenuto per far appunto realizzare il sito.
Ho già utilizzato nel post 23 della rubrica WebTips la seguente frase di Kelvin Newman (founder of BrightonSEO):
"It's not about optimising your website for search engines, it's about optimising your business for search engine".
E' una fase che mi ha subito attirato, che mi è rimasta appiccicata addosso e me la sono appuntata, lasciandola decantare come un buon vino d'annata, assaporandola dopo averle dato il tempo di ossigenarsi tra i miei pensieri ed esperienze.
Un colpo di fulmine non si riesce ad analizzare mentre accade, in quel momento si vive; poi, posizionandosi ad una certa distanza si riesce a trarne fuori anche un nutrimento buono per la razionalità.
In questa frase dunque si racchiude a mio parere l'essenza di quella che deve essere l'origine di un processo di inbound marketing.
Ho parlato spesso su questo blog dell'inbound marketing, ovvero dell'attuazione di una strategia di ampio respiro rivolta alla propria nicchia di utenti che coinvolga tutti i canali web possibili ed adatti al progetto (integrandoli anche con azioni offline) per offrire loro risorse di elevata qualità, utili, possibilmente gratuite e che ci permettano di acquisire autorevolezza e fiducia ai loro occhi.
Il titolo è volutamente paradossale: non c'è nessuna rivalità/antagonismo tra le due cose, anzi, l'una spinge l'altra: un buon sito internet con un'ottima architettura ed ottimizzazione interna mette in risalto e dà maggior valore e visibilità ai buoni contenuti.
Esco da un periodo di alcuni mesi molto intenso dal punto di vista lavorativo, durante i quali ho praticamente abbandonato la scrittura di articoli sul blog tranne che per l'appuntamento settimanale del Martedì con i WebTips (suggerimenti in pillole su quelle che ritengo ottime risorse web da condividere - articoli soprattutto di ambito SEO, inbound marketing e realizzazione siti web - e da me presentate attraverso una breve intro).
Questo articolo avevo in mente di pubblicarlo da almeno un paio di mesi, dalla fine di giugno direi, quando il lavoro fatto era ancora "fresco", ma trovo soltanto adesso il ritaglio di tempo per farlo e quindi forse qualche impressione si sarà un po' attenuata... ma come si sul dire, "bando alle ciance" veniamo al dunque!
Dopo gli ultimi update di Google si sente sempre più spesso parlare (e non solo) di "contenuti sempreverdi" (la content curation sta infatti diventando uno dei servizi di inbound marketing più frequentemente richiesto), ovvero quei contenuti di elevatissima qualità, che non perdono la loro efficacia e forza nel tempo e che addirittura sono le colonne portanti di un blog o di un sito, quelli che puoi segnalare più volte nel tempo da leggere o via via ridiffondere attraverso i canali social, perchè non perdono la loro attualità/utilità.
Come appassionato di film intravedo la possibilità di associare questi contenuti alle grandi pellicole della storia del cinema, bianco&neri densi di ombre e luci intime ed emozionali, sceneggiature ben studiate (storytelling), regie geniali senza l'ausilio di spettacolari contributi tecnologici, ed attrici/attori carichi di quel melanconico fascino ambivalente (un pò gotico un pò jet set) che immortalano tali capolavori come "sempreVerdi"... da vedere e rivedere senza che mai si perda o svanisca quell'affinità elettiva che riesce a trattenere a sè lo spettatore e che solo i grandi film "intramontabili" hanno la capacità di disvelare e sprigionare ad ogni visione, attraversando quasi indenni il passare dei lustri.
(Sia chiaro che questa particolarità è possibile ritrovarla anche in film a colori e/o più recenti, ma per esigenze "scenografiche" e di "contrasto nella fotografia d'interni" di questo articolo ho preferito portare l'attenzione sul bianco&nero. Dirò di più: quello che io sto qui affermando in riguardo ad alcuni capolavori del cinema è certamente possibile trasporlo anche in ambito musicale, artistico o letterario. Tutti i grandi capolavori dell'arte/cultura hanno insita in sè questa speciale particolarità "evergreen", e capire che cosa le rende tali e come possiamo noi, nel nostro piccolo, aspirare a quel modello e poter dunque creare, nelle dovute proporzioni, qualcosa di simile, è credo non solo molto importante, ma avvincente e produttivo nella ricerca stessa.)
I contenuti "sempreverdi" (mi piace molto questa parola, come gli alberi che anche d'inverno sfoggiano la loro bella chioma) sono anche chiamati, in gergo SEO tecnico, "pillar article", articoli pilastro, ovvero articoli che, come dice il termine, hanno la funzione di dare stabilità e supporto continuativo a tutto il blog: sono post che continuano a portare traffico al sito e a far parlare di sè (un pò come un fiore sempre aperto da cui le api non smettono mai di andare-e-venire, mantenendo permanente il tempo dell'impollinazione...)
I contenuti pilastro sono spesso delle guide, degli how-to, molto ben scritti, approfonditi e che dunque possono continuare a dimostrarsi utili nel tempo a chi, via via, si trova con quella difficoltà o ha necessità di risolvere quel determinato problema.
E ciò può essere paragonato ad un capolavoro filmico?
In un certo senso si...
Un film intramontabile è per un certo verso un how-to in forma "criptata" ma non a tal punto da essere imprescrutabile. Gli addetti ai lavori ne trarranno, da un'analisi approfondita, spunti tecnici ed idee per decenni, e i comuni spettatori, pur non entrando nel merito specificatamente della realizzazione professionale, ne coglieranno il lato "narrativo", più emozionale, di tensioni logico/emotive ben orchestrate, quel senso inafferrabile che "tutto scorre bene" e che ci fa sembrare impossibile che siano già passati i canonici 90 minuti...
Ecco, riuscire a far assomigliare un nostro articolo a tutto ciò può forse davvero essere considerato un piccolo capolavoro di content curation, no? :)
Scrivere in modo approfondito ma anche semplice, risultare utili ed efficaci nel messaggio che vogliamo far passare, appassionati, capaci di avvolgere il lettore tra le nostre parole in modo che non si stanchi di quei 10/15 minuti passati immerso nella lettura del nostro articolo; evitare mode estemporanee e la rincorsa ad articoletti brevi e poco incisivi che passano nel dimenticatoio dopo un click, ma cercare la longevità attraverso qualcosa che, al di là dell'argomento specifico, si faccia intrinsecamente portatore che quello è il risultato di un lavoro approfondito, originale ed impegnato e che veramente aggiunge qualcosa in più, o perlomeno una prospettiva personale, a quel dato ambito.
Io sto cercando di studiare, lavorare e crescere sotto questo aspetto... e voi?
Vi saluto lasciandovi in compagnia di un paio di "rami" sempreverdi, di genere differente, della storia del cinema...
Psycho (1960)
Arsenico e vecchi merletti (1944)
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
Spinto da un articolo letto ieri sera (ma è davvero molto tempo che rifletto su tali temi), mi chiedo che cosa davvero possa essere considerato "lavoro", e quale è il significato profondo di tale termine, soprattutto se accostato all'ambito web attuale. Veramente, come si suol dire, il lavoro nobilita l'uomo?
Mah, qualche dubbio io, su quest'affermazione, l'avanzerei, se lo intendiamo nel senso comunemente e largamente inteso... (parlo in generale, a livello di sistema; non assolutamente dei singoli casi concreti e reali, sia ben chiaro!).
Le "cose" che nobilitano l'uomo sono a mio parere altre: l'approfondimento delle proprie conoscenze, la ricerca continua, la sforzo a guardare il mondo con occhi creativi, l'eticità, l'apertura e la flessibilità mentale, l'aiuto reciproco, l'attenzione, l'ironia e l'autoironia, la presenza sincera a se stessi, la tranquillità con se stessi, il rispetto reciproco, la curiosità, il rifiuto della violenza.
Una persona che crede e insegue tali obiettivi - pur nella possibilità dell'errare umano - è ai miei occhi meritevole di nobiltà. Lavorare 14 ore al giorno per riuscire a vivere (o sopravvivere) non nobilita affatto l'animo umano nè la nostra vita; neanche il denaro che qualcuno può riuscire a trarre da tutta questa quantità di lavoro può nobilitare; anzi, spesso è l'elemento che dirotta di continuo la nostra esistenza e le nostre scelte...
Una oramai datata canzone dei CCCP recitava nel finale: "...produci, consuma, crepa..." Se oltretutto ciò che produco è lontano, esterno ed estraneo a me... allora cosa veramente rimane di noi? Solo ciò che consumiamo? Ma questo è per sua stessa natura un paradosso: se lo consumiamo, NON rimane.
Allora mi chiedo se non sia meglio cercare di produrre, di creare qualcosa che parta dal nostro intimo, di diventare un pò demiurghi e disseminare il nostro percorso di "prodotti" originali, che siano traccia e testimonianza di noi, ovvero di esseri viventi ognuno diverso dagli altri, unici e irripetibili. E continuando ancora a riflettere, mi domando se la possibilità di trarre sostentamento da tale essenziale produzione non possa in definitiva essere forse il massimo e il meglio a cui si possa aspirare all'interno di una struttura socio-culturale come quella dentro alla quale almeno noi occidentali ci ritroviamo a vivere (che è quella che conosco e con cui mi confronto tutti i giorni)...
Ricercare la propria "nobiltà" nel viaggio della vita attraverso la produzione di contenuti originali e riuscire a trarre sostentamento da tale intima produzione che ci disvela al mondo nella misura in cui anche gli altri sapranno leggerci, ri-costruirci e risponderci; questo perchè nel viaggio non siamo soli: la produzione scaturisce necessariamente dal dialogo, dal rapporto, dallo scambio; è e deve essere assoluatamente un'attività dinamica e ibrida, altrimenti si auto-destina ad estinguersi in breve tempo.
Il web oggi può aiutarci molto nel pubblicare il nostro proprio particolare ed originale contenuto, a divulgarlo, e magari, con creatività, a farcene ricavare anche un guadagno economico. Ma è assoluatmente fondamentale non auto-tradirsi, non avere timore sè, di qualunque sorta, ma andare avanti con coraggio e passione dipanandoci dall'interno. Solo così ciò che otteremo indietro, le risposte, gli incarichi, non saranno un peso o un "lavoro" da dover svolgere che ruba tempo ad altro... ma sarà forza ed energia impiegata nella nostra stessa direzione: faremo qualcosa per gli altri che sarà anche, allo stesso tempo, qualcosa per noi, avanzamento nel cammino, nella conoscenza e coscienza.
E in tutto ciò l'inbound marketing - sia nel suo impianto teorico/filosofico che in quella più concreta della produzione di contenuti straordinari - può a mio parere aiutarci e dimostrarsi un valido strumento molto utile per costringerci a provare pensare in modo differente e ad imparare a come poter mettere a frutto questo nuovo "intento" (in un'accezione un pò Castenadiana del termine, questa nuova possibilità).
I punti fondanti di questo nuovo "intento" a mio parere potrebbero essere i seguenti:
- approfondire la conoscenza di sè, della propria storia personale e familiare, di ciò che siamo e sentiamo intimamente;
- seguire le proprie passioni, espandendo la ricerca anche poi a possibili campi limitrofi e adiacenti;
- tenere costantemente un atteggiamento indagatore e creativo nei confronti del mondo (questa è una delle parti - almeno per me - ancora più ostica... E' difficile rimanere costantemente "in attenzione creativa" quando l'habitus culturale e sociale è quello di "subire" un susseguirsi di dati che il trascorrere della giornata ci pone davanti.. Eppure in ogni piccola cosa intravedo quasi infinite possibilità di ri-uso e ri-costruzione creativa; il mondo è forse materialmente finito, ma se ci poniamo nei suoi confronti in modo demiurgico, "artistico", diventa veramente infinito e pregno di possibilità, di intenti);
- produrre contenuti (testi, foto, disegni, video, eventi, ecc.) che siano poi nella loro forma finale un qualcosa di fruibile e intelligibile per gli altri; far diventare il nostro materiale res publica attraverso gli strumenti che il web oggi ci mette a disposizione e cercare poi di creare/mantenere un rapporto con quelle persone (la nicchia) che in qualche modo hanno risposto positivamente al nostro lancio, sia per motivi di affinità intellettuale e/o emotiva che per riconosciuta competenza su un dato argomento, o ancora per attestata efficacia reale dei suggerimenti esposti... o per mille altri motivi!
- non interrompere il viaggio: seguire se stessi e ciò che siamo non è qualcosa che si fa per un mese, come seguire una profilassi, e poi stop; si deve entrare in un'ottica di "intento" totale e continuativo, durante tutto l'arco della vita... E' l'approccio stesso al modo di vivere che deve mutare e questo credo sia lo sforzo più difficile e complesso al momento... comprendere che si può essere "creatori" di piccole/grandi cose che altri troveranno a loro volta importanti per la loro vita e che ognuno di noi può imbattersi, grazie al "lavoro" di un'altra persona, in indizi e informazioni utili al proprio viaggio.
Da questo ciclo, che volendo certo, può ancora essere chiamato "produttivo", ma che è molto più vicino al sentire umano e al percorso individuale di ciascuno, se da questa attività si riesce anche - attraverso gli strumenti del web e soprattutto dell'inbound marketing - a trarne un guadagno economico o comunque un miglioramento delle proprie condizioni di vita bhè... direi che tutto ciò non ha prezzo!
Per tutto il resto, se fosse possibile, preferire ancora l'antico baratto e lo scambio di doni :)
(E adesso, dopo questa mazzata di articolo... un pò di svago! Ma mi raccomando non perdetevi il P.S. finale sotto...)
P.S. e N.B.: e comunque, #sapevatelo che Google sta sperimentando già le serp a 4 risultati (per dare più spazio a cosa? chissà...) e che emergere attraverso i risultati organici sarà sempre più difficile... Forse è bene cominciare a sperimentare vie alternative, no? Tentare la via più ardua ed impervia del cambio paradigmatico che ho cercato di raccontare in questo articolo potrebbe davvero rappresentare nel prossimo futuro l'unica reale e valida possibilità per guadagnarsi effettivamente spazi di visibilità nuovi e forse, credo anche migliori e più redditizi...
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
Con l'avvento dell'Inbound Marketing come strategia primaria di promozione su internet per ottenere visibilità, link naturali, posizionamento e richieste dal sito, la produzione di contenuti (di qualsiasi genere essi siano) si sta incrementando moltissimo; sarebbe interessante in futuro poter consultare un grafico dove viene riportato il volume di materiale pubblicato sul web (sui domini proprietari) ad esempio tra 2012 al 2015... credo che la curva mostrerebbe una bella fase ascendente dal 2013 in poi...
Ma questo volume di articoli, post, ebook e altro materiale che sta pian piano incrementando i byte pubblicati in rete è veramente tutto così eccezionale, redditizio ed essenziale? A me pare sempre più di leggere valanghe di articoli che alla fin fine dicono quasi tutti le stesse cose... Se prendiamo l'ambito SEO ad esempio, centinaia di post raccontano in parole diverse le medesime cose e dunque la domanda sorge spontanea: quale è il vero valore aggiunto di tutto questo contenuto?
E più andremo avanti e sempre più professionisti e aziende, per avere visibilità, si doteranno di un blog e cominceranno a scrivere... Questo porterà inevitabilmente l'utente, per proteggersi, ad ignorare gran parte di questo "rumore di fondo" per concentrarsi su pochi "guru" e grandi risorse internazionali da seguire...
Se la mettiamo sulla qualità delle informazioni o sul numero di articoli di ottimo livello pubblicati credo che non ci sia storia: nel primo caso i "top player" la faranno da padroni (giustamente!) mentre nel secondo saranno i grandi portali ad avere la meglio che possono contare su un gran numero di blogger di elevata esperienza e professionalità (e dunque ad elevato AuthorRank)...
Allora mi chiedo: dove è che tutti noi, "la massa" quasi indistinta può fare la differenza?
Secondo me ce la possiamo giocare su questi 3 punti:
1) Grande Approfondimento del tema trattato;
2) IperGeolocalizzazione e/o IperSpecializzazione su micro nicchie;
3) Creatività.
Comincio personalmente a credere che non sia poi così produttivo - per chi non è blogger/copywriter di professione - impiegare 2 ore al giorno o forse più per far uscire il proprio bell'articoletto - certamente ben scritto, ben formattato, ecc. - ma che è in definitiva molto simile nei contenuti a ciò che viene detto in altri articoletti da centinaia di altri colleghi sparsi per tutto lo stivale...
Meglio allora, forse, per emergere davvero, puntare su articoli veramente approfonditi, su contenuti rilevanti, scaturiti da una approfondita ricerca o dallo studio di casi reali (magari corredati da interviste, documenti, riprese) e darsi più tempo, magari un articolo ogni 2 settimane, ma che davvero segnino la differenza.
E poi cercare di essere più creativi, anche se questa cosa non la vedo strettamente legata al singolo articolo pubblicato ma più in generale all'intera strategia di comunicazione web, alla storytelling complessiva, agli schemi logici sottesi al "proporsi" e al "proporre" i propri servizi/prodotti; sotto questo aspetto quello che attualmente vedo "in giro" è spesso invece una ripetizione infinita di una noia soporifera!
Sono veramente rari i casi in cui ho visto messa effettivamente in pratica una comunicazione web creativa che accendeva e stimolava la mente a nuovi collegamenti, a comprendere, a seguire ed unire le tracce, a stimolare la mia curiosità...
Questo breve articolo non è e non vuole certo essere una critica verso nessuno se non al limite verso il sottoscritto; vuole piuttosto essere un sassolino nello stagno, un campanello d'allarme, uno stimolo di riflessione: come emergere "diversamente" in un mondo in cui tutti vogliamo emergere allo stesso modo?
Quando non 1 o 2, ma 300 imbianchini di Roma (utilizzo questa categoria come esempio perchè ho letto giusto qualche settimana fa un blog di un professionista di tale settore) avranno il proprio blog in cui sarà pubblicato un articolo su come dare l'impregnante sul muro a pietra... su quale di questi 300 cadrà la nostra scelta? Da che cosa saremo colpiti?
Che cosa in un contenuto accende davvero il nostro desiderio, ammirazione, sentimento di affinità e fiducia?
HubSpot, azienda leader nel settore dell'Inbound Marketing (sulla loro homepage lo slogan è "Create marketing people love."), ha pubblicato una guida interessante su quale è il processo per creare contenuti rilevanti che veramente possono segnare la differenza; nell'ebook vengono toccati i seguenti punti:
- Individuare il target in modo approfondito.
- Effettuare una revisione die propri contenuti
- Creare una mappa dei contenuti per ogni step del "circolo di acquisto"
- Creare un proprio calendario di pubblicazione contenuti
- 10 suggerimenti per creare un contenuto straordinario [Scarica l'eBook di HubSpot]
Finisco con un parallelismo: creare contenuti straordinari è un pò come preparare un pranzo indimenticabile.
Non è la quantità di quello che si mangia, ma la qualità, che scaturisce dall'eccezionalità degli ingredianti primari e dalla maestria, conoscenza, fantasia, gusto e competenza di chi li assembla e li cucina...
Babette era una che in questo sapeva davvero il fatto suo! :)
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
Contenuti eccellenti e personalizzati per riflettere ed agire (sul e attraverso il web) in modo innovativo e creativo.
Questo è l'imperativo ricorrente di questi ultimi mesi (soprattutto in ambito inbound marketing).
E in questa fase è ancora uno sforzo, spingere contro la corrente che facilmente ci risospingerebbe verso un approccio SEO superato. La vera innovazione è che si deve tornare a porre l'esperienza umana (che è complessa, viva, fatta di carne e spirito e non di numeri e statistiche) al centro della nostra attenzione, scalando il linguaggio-macchina (algoritmi) in posizione secondaria; anzi, essi sono già reazione di spinta o affossamento - a seconda dei due casi - rispetto alla nostra azione verso gli utenti.
E un'azione verso degli utenti è COMUNICAZIONE.
Se comunicheremo attraverso il web (sito internet, blog, social, altri materiali fruibili) in modo coinvolgente, creativo, efficace e virale anche l'algoritmo sarà dalla nostra parte e ci spingerà (pensiamo ad esempio all'AuthorRank).
Se comunicheremo male, senza pensare all'user-experience, ai contenuti, alla qualità di tutto il nostro ecosistema online allora le persone in primis si allontaneranno e gli algoritmi non potranno far altro che constatare questo nostro stato vegetativo relegandoci in "gironi Googleliani" peggiori di quelli di Dantesca memoria! :)
Quindi tutto il focus è esattamente sulla "buona comunicazione attraverso ottimi contenuti".
Questo è il senso che attribuisco alla massima di Ian Laurie in cui mi sono imbattutto qualche giorno fa (vedi slide a fondo articolo):
"Content is a product. Not a tactic. It is the customer’s first purchase."
Le persone desiderano "acquistare" prima (a livello mentale ed emozionale) i nostri contenuti, la nostra comunicazione e il nostro modo di farla. Solo dopo acquisteranno il "vero" prodotto, l'oggetto effettuale della nostra promozione.
Il motto "chi cerca, trova!", sul web è stato oramai superato. Grazie ai motori di ricerca troviamo tutto, qualunque cosa, anzi "troviamo troppo" e quindi si stanno imponendo oramai come usuali comportamenti di confronto, di approfondimento e di "scelta". Non basta essere trovati: occorre colpire, smarcarsi dagli altri, farsi ricordare.
L'essere a tutti i costi primi sui motori di ricerca non è più così determinante e alla lunga è una fissazione controproducente se non deleteria. I Social in primis, ma anche i sistemi di recensione, hanno aperto altre vie e modalità di farsi conoscere e di avere successo nella possibilità di convertire utenti in clienti.
E perchè proprio Social e Recensioni stanno marcando la differenza?
Perchè, portati a nudo, trattasi essenzialmente di persone che parlano ad altre persone di esperienze reali.
Ok i contenuti avvincenti e di elevatissima qualità, ma se poi nella vita reale, nel rapporto umano tradisci le aspettative create collezionando "brutte figure", il "web" ripagherà con la moneta corrispondente...
Quindi benissimo la cura di forma e sostanza (con un occhio ovviamente ai numeri per ottimizzare e migliorare i punti deboli!), ma preoccupiamoci anche della "persona reale", a come ci poniamo nella relazione professionale e più in generale nella vita sociale; saranno questi - a mio parere - fattori sempre più determinanti ed influenti per chiudere con successo l'ampio cerchio dell'inbound marketing.
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
E' di questi giorni la notizia che a Dicembre 2013 saranno messi in vendita i primi esemplari dei tanto attesi Google Glass (al prezzo di circa 1500 dollari), ovvero quegli "occhialini" che ci permetteranno di vivere costantemente ed in presa diretta all'interno della cosiddetta realtà aumentata.
I video di lancio promozionale di tale prodotto si stanno già diffondendo in rete; eccone qui di seguito un paio:
Sarà facile, ancora più facile e potente di adesso, condividere le nostre esperienze... Ma non vorrei che queste "strabilianti magie della tecnologia" (perchè lo sono davvero!), così permeanti ed intrusive della nostra vita, ci portassero lentamente ad un calo della vera creatività... Il mio timore è che una tecnologia così "fiabesca" ci induca a vivere nello stupore continuo dell'utilizzo tecnico, assopendo e deviandoci dalla reale attitudine creativa dell'approccio al mondo.
Ciò che un poco mi preoccupa è che dimentichiamo per sempre in un cassetto i veri "occhiali creativi" a vantaggio dei più comodi e sfavillanti Google Glass. Ma questo errore, soprattutto per chi come me si occupa di realizzazione siti internet, servizi SEO e Inbound Marketing potrebbe essere addirittura un errore deleterio se non fatale per la sopravvivenza della professione stessa.
Non sto affermando che sicuramente le cose andranno in questo modo, ma solo che bisogna "stare in guardia", e sforzarsi di continuare ad utilizzare il vero pensiero creativo.
Dobbiamo riuscire a ritagliarci spazi di invenzione e di "pensiero laterale" non aumentato: guardare il mondo e gli accadimenti quotidiani in modo naturale, indossando quegli occhiali speciali ed invisibili che ri-costruiscono parti e scorci del mondo reale secondo una nuova (e personale) chiave di lettura.
Tenere il cervello allenato a collegare i fatti secondo regole diverse dal consueto, a sperimentare accostamenti sur-reali ed emozionali piuttosto che logici, ad immedesimarsi nei panni delle altrui immaginazioni, a mischiare sogni, memorie e realtà fattuali, a lavorare con le mani e con la materialità avendo in mente fini immateriali.
Aggirarsi con occhio fantasioso ed "elettivo", ricercando spunti ed appigli per dar vita demiurgica ad un nuovo possibile.
Solo in un secondo momento, utilizzare poi le potenzialità tecnologiche per dotare di "megafono" tali "moti creativi", ovvero per dare un pubblico alla nostra "opera d'arte" sperando che si diffonda viralmente.
L'inbound marketing, soprattutto, ha bisogno, secondo me, di mantenere ardente questo substrato "molto umano" e quasi "carnale" della produzione di contenuti affinchè questi siano davvero coinvolgenti ed efficaci.
Il mondo non è precostituito: dipende moltissimo dal nostro approccio e dalle regole e dai rapporti sottesi che riusciamo a mettere in luce. La complessità della realtà può essere soggetta ad infinite "interpretazioni": fornirne una nuova, interessante, curiosa e coinvolgente è un compito che, provocatoriamente ma non troppo, dobbiamo cominciare ad inserire nella scaletta giornaliera degli obblighi da svolgere :)
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
Parto prendendo spunto da una canzone dei Massimo Volume... ATTO DEFINITIVO, l'album è "Da Qui". (Non c'è una spiegazione precisa e razionale - o comunque sarebbe troppo lunga da riportare in questa sede - del come mai proprio questa canzone, ma fatto sta che l'idea ha cominciato a prender forma durante l'ennesimo suo ascolto...)
Da Qui... è comunque un punto fermo, una linea tracciata, un segno che scandisce e divide, almeno in due: un prima e un dopo. Racchiude in sè la svolta.
Da Qui... in poi, ai fini di recuperare un più sano approccio "con le cose del web", bisogna sforzarsi di mutare quel rapporto un pò alterato (fissazione?) con Google, i suoi prodotti e i suoi posizionamenti. Scrollarsi di dosso questa - credo tipica - deformazione professionale da SEO per aiutare la mente a pensare meglio, per spostare i ragionamenti anche su altre condizioni iniziali e principi traendone conclusioni (soluzioni) anche lontane dal nostro ambito di indagine abituale.
Da Qui... in poi è bene guardare anche oltre, Googloltrepassare in taluni casi... solo così, credo, ci si può aprire a nuovi orizzonti e percorrere vie davvero nuove per obiettivi differenti. Penso che alla fine sia un passo verso una SEO migliore (vogliamo chiamarlo inbound marketing?): distolto il pensiero dall'ossessione si è più liberi e non avere (quasi) più nulla da perdere ci permette di evolvere.
C'è bisogno di un periodo da "Atto Definitivo" per sperimentare davvero fuori dal tracciato. L' Atto Definitivo consiste nel considerarsi come estranei alle lotte interne per il posizionamento. Provare dove conduce la libertà: forse all'inizio ci si perde, si rimane nel silenzio, ma poi io immagino un nuovo modo di diffusione, altri canali, altre strategie di veicolare e d'incontrarsi... Se non si prova ad immaginare neanche un mondo alternativo, è difficile poi riuscire ad ottenerlo. Immaginiamoci già superstiti, già sopravvisuti in un mondo nuovo. Un mondo post Google-bonifica.
Fondamentalmente, in quest'ottica - ripeto, assolutamente sperimentale e provocatoria e che al momento può riguardare soltanto qualche isolato tentativo - si andrà a verificare come preventivi e richieste di lavoro possono benissimo continuare a sussistere (o addirittura aumentare?), sfruttando canali, logiche e "sensazioni" che nulla hanno a che vedere con il posizionamento organico delle nostre pagine per le keywords di interesse, o il numero di visite o il tempo di permanenza sulle nostre pagine. Si potrebbe campare benissimo (e molto bene, direi!) anche con 1 solo visitatore al giorno, se quell'unico visitatore ogni volta ci richiedesse un preventivo...
Il sito internet, all'interno di quest'ottica, diventa quasi solo puro strumento di contatto. Le strategie diventano estranee al nostro URL, ed anche esterne. Abituarsi a pensare che non si ha bisogno di essere ben posizionati è un modo per triplicarne poi l'effettiva efficacia... un pò come visitare il mondo e poi fare ritorno alla propria casa: saremo accresciuti dall'esperienza, più obiettivi, con molti più termini di paragone... guardare sempre dentro alle proprie 4 mura, al proprio orticello, alla lunga, spesso, inaridisce.
Quindi, a che cosa mirare? Cosa dobbiamo suscitare nel nostro target affinchè pensi seriamente di rivolgersi a noi? Affinchè scatti dentro di loro "un'affinità elettiva" che li faccia propendere verso di noi piuttosto che verso altri? Io credo, principalmente, questi 3/4 sentimenti/pensieri:
Sentimento di fiducia (serietà, sincerità, professionalità, conoscenza, riconoscibilità, amore verso il proprio lavoro, condivisione di interessi).
Sentimento di eticità (attenzione, altruismo, piccoli/grandi impegni sociali, umiltà, riconoscenza, verità, condivisione di emozioni).
Sicurezza del risultato (storia precedente [memoria / curriculum / case history], buon passa-parola).
Non metto "l'economicità", anche se credo molti la "accenderebbero", soprattutto in tempo di crisi... forse vedo meglio come 4°, un'idea di "giusto prezzo".
E allora: come portare le persone a riconoscere in noi queste "qualità"? Come possiamo operare esternamente al sito (con quali strumenti/strategie alternative), per veicolare contenuti (in senso ampio, di qualsiasi genere essi siano) capaci di innescare negli utenti-target tali risposte "emotive"? Sarebbe bello - e a me personalmente piacerebbe moltissimo! - avere in questa discussione il contributo di psicologi, antropologi e sociaologi.
Lo ricordo per la terza volta: soprattutto per un SEO, questo articolo vuol essere una proposta provocatoria, una possibilità aperta per provare a mettersi in gioco in altri modi e su altri piani per allenare la mente a connessioni nuove, in modo poi da imparare a maneggiare congiuntamente e in modo più raffinato, sapere tecnico e "affinità elettive"... perchè credo che quest'ultima sfera influirà sempre di più anche sul buon esito di una "call to action" spontanea.
Io sto cominciando a pensarci e a prendere confidenza con ambiti nuovi id indagine, e voi?
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
Ieri ho letto questa interessantissima testimonianza di un imbianchino che ha deciso di diventare "blogger" e quindi di scrivere articoli sulla sua stessa attività, per incrementare la propria presenza online e quindi riuscire a farsi conoscere (e magari contattare!) da più persone...
La testimonianza (che invito tutti a leggere e che può essere sfruttata come esempio principe in più di un'occasione) è semplice e diretta, chiara e precisa. Diego - così si chiama l'imbianchino - è sicuramente un utente più avanzato rispetto alla media, mastica di SEO e tra le righe si intuisce che l'ambito lo interessa e lo attrae molto... ma forse lo cattura proprio perchè ne ha riscontrato i benefici sulla sua reale attività, no?
Spesso, tra noi addetti ai lavori, scriviamo articoli ed interventi che apparentemente, ad un osservatore esterno, potrebbero sembrare un pò autoreferenziali e slegati dai problemi effettivi di chi porta avanti una propria attività... e invece articoli/testimonianze come questa di Diego credo che ogni tanto facciano bene sia a noi SEO (gratificante è sapere che le nostre indicazioni danno i loro buoni frutti!), sia per altri lavoratori come Diego, che possono sentire in questo modo più vicino a sè un esempio reale e concreto e quindi decidersi a compiere lo stesso passo!
Come dicevo poco prima, secondo me Diego è particolarmente portato e si è calato in modo eccellente nell'ottica giusta e nella linea editoriale da tenere nel suo Blog, ovvero offrire contenuti di qualità, interessanti ed utili, con spiegazioni e foto, relativi ai propri interventi; attraverso la pubblicazione di tali suggerimenti e consigli sul mondo dell'imbiancatura (derivanti da un'attività più che quarantennale) e in un arco di tempo anche abbastanza breve, Diego si è procurato un notevole seguito...
Ma Diego non è certo l'unico che sta tentando questa via. Anche alcuni miei clienti, professionsiti o imprenditori di piccole e medie imprese, stanno tentando l'approccio con il blog aziendale e nonostante non siano forse al livello di Diego (anche in fatto di tempo dedicato), i loro piccoli/grandi risultati li stanno ottenendo: incremento di visite e miglioramento della posizione nei motori di ricerca per keyword di settore. Da indagare meglio, al momento, l'impatto sulle richieste di preventivo (al momento non ho dati esatti e precisi d apoter comunicare).
I blog, per continuare nella linea concreta di questo articolo, sono questi:
1. Blog See-tech: un'azienda che si occupa sul territorio di servizi legati allo spurgo dei pozzi neri, alla pulizia delle condutture e alla ricerca di perdite di gas in tubazioni di qualsiasi tipo. Un'azienda dinamica e giovane, che fa della dotazione di strumenti tecnologici altamente avanzati il suo punto forte. Da sempre appassionati anche di internet hanno deciso di sperimentare anche la via del Blog, soprattutto per avere un contatto più diretto con i propri clienti e attivare un canale mediante il quale rispondere alle loro domande e/o fornire loro piccoli aiuti per piccoli problemi domestici e quotidiani.
2. Blog Discolaser: in questo caso l'azienda si occupa di stampa cd dvd e creazione grafica delle cover e il loro principale interesse era incrementare il ranking per parole chiave secche e long tail. Al momento il blog sta dando i suoi buoni frutti... :)
Mi sono già stati richiesti negli ultimi giorni altri 3 blog da aggiungere al sito tradizionale di attività artigiane e turistiche.
La richiesta in tutti questi casi è quella dell'installazione ed allestimento del blog e di un aiuto iniziale per capire come utilizzarlo e come scrivere articoli nel modo migliore: l'aggiornamento sarà poi effettuato con risorse interne all'azienda.
Un'ultima mia considerazione: sono sicuro che coloro che decideranno di intraprendere la via del Blog Aziendale si ritroveranno nel tempo non solo un vantaggio da un punto di vista SEO, di visibilità e traffico e di incremento di richiesta preventivi, ma anche - e soprattutto - un vantaggio di immagine, di fiducia e anche mentale, derivante quest'ultimo sia da un'autoriflessione sul proprio lavoro sia dallo scambio di saperi e commenti con i propri "nuovi" utenti online! La "ragione delle mani" può, nel web 2.0, trovare un'alleta e redditizia compagna nella "ragione delle parole".
E voi, quale esperienza avete di clienti che vi hanno manifestato la volontà di aprire un blog? E nel caso lo avessero già aperto, quali sono i risultati che stanno ottenendo?
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
(Leggi la prima parte dell'articolo sul Blog TheValentino)
...Pollo al Curry la Ele, corsetta la mattina... troppo in forma per me di questi tempi... ma a volte, almeno per quanto mi riguarda, è invece proprio sotto stress che mi escon fuori, non si sa da dove, dei pensieri diversi, insoliti, "laterali" (vogliamo dire creativi? ...un pochino più creativi rispetto al solito? quest'ultima è accettabile direi...); insomma stamani ero proprio lì che mi si affollava la testa di pensieri, anche buffi e ironici, quando mi vedo slampeggiare d'arancione fluorescente il rettangolino di skype... "senti ti devo dire una verità".. esordiva la Ele. Azzz, ho pensato io, ...UNA VERITA'? Mica è semplice da amministrare sta' cosa ora... UNA VERITA'... evvabbè via, sò troppo curioso... "con questa storia dei contenuti, dell'Inbound Marketing... vedo il mondo in un'altra ottica... è come se mi avessero rigirato"... :)
Ma è proprio ciò che in quella mattina stava succedendo nella mia testa stressata... Forse per trovare rifugio dalla fatica una parte del mio cervello stava vagando sul mondo circostante con sguardo differente, più libero, rimescolando gli ingredienti per poterli poi rimontare sotto un'altra prospettiva, anche capovolta volendo :)
C'era quel comune intento all'opera in entrambi noi 2 di decostruire la realtà per ricomporla in modo da farle raccontare altre storie possibili... era su questo instabile piano che improvvisamente e nello stesso momento ci eravamo incontrati... e anche io penso che una certa responsabilità ce l'abbia proprio questo gran parlare di inbound marketing, di contenuti di qualità e virali, etc etc...
Secondo le neuroscienze i nostri neuroni sono un pò come dei girasoli, e in base a dove si trova il "sole" loro si rivolgono... Se il sole, nella SEO, è stato per lungo tempo "creare backlink e scalare posizioni", in background il cervello si arrovellava su quello... Oggi invece il sole si è spostato (o si sta spostando) e la mente sta cercando il suo nuovo assestamento... un assestamento puntato dritto alla realizzazione di contenuti, a come interessare il pubblico, a come poter creare un video o un ebook coinvolgenti... a come esprimere qualcosa di innovativo...
L'inbound marketing sta mutando la (mia) forma mentis (e a quanto pare anche quella di Elena, almeno!) ed è un mutamento decisamente interessante, curioso, ricco di spunti e soprattutto di "futuro". Si, l'inbound marketing è un mutamento carico di futuro, di potenzialità che ancora non scorgo ma che sento esserci, che presagisco... Non aggiungo di più per il momento, se non che, più siamo "a ballare l'inbound marketing" e più ci divertiamo :)
E tu, cosa ne pensi dell'inbound marketing? E di questo esperimento di un articolo diviso tra 2 blog?
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
Ieri vi ho parlato di quanto sia importante internet (e di quanto lo sarà sempre di più in futuro!) per qualsiasi attività, ma soprattutto di come sia fondamentale affidarsi a professionisti del settore web, competenti ed aggiornati, per ottenere un lavoro ben fatto, gradevole, ma soprattutto CHE FUNZIONI! Che sia realmente un valore aggiunto per chi ci ha investito!
Mettere su un sito che da un punto di vista puramente tecnico presenti del testo e risponda ai click è oramai quasi alla portata di tutti: con CMS sempre più semplici da installare e completi nelle funzionalità e con una vasta gamma di template disponibili, il sito base è pressochè assicurato. Ma come si posiziona da un punto di vista organico? Quanto traffico produce? Migliora o peggiora nel tempo? Quanto converte? E' stato fatto tutto il possibile affinchè l'investimento del cliente renda al massimo?
C'è uno strumento che, se utilizzato al meglio, può far pendere l'ago della bilancia al positivo per le risposte a tutte le domande che ho appena enunciato e tale strumento è il BLOG. Esattamente lo strumento che il sottoscritto sta utilizzando in questo preciso istante per veicolare e fornire contenuti a voi che state leggendo questo post. Come ogni strumento diventa potente in mani abili ma può anche rivelarsi un'arma a doppio taglio per gli inesperti. Niente di trascendentale e di impossibile da acquisire con volontà, passione e dedizione, ma guai a sottovalutarlo. Il binomio blog/social al momento attuale del web è forse, senza timore di essere smentito, l'accoppiata bomber per mirare al successo su internet! Ma si deve restare costantemente allenati, presenti a se stessi e all'obiettivo da raggiungere, informati e carichi del massimo impegno.
Io posso portare alla vostra attenzione il mio stesso caso: il mio blog è aperto da diversi anni ma solo negli ultimi 2 ho cominciato ad intensificare le pubblicazioni con una certa regolarità (1/2 a settimana; non sono un copywriter o uno che vive degli entroiti del blog e che quindi ha bisogno di scrivere almeno un articolo al giorno); il canale "SEO e Posizionamento" è sicuramente quello più seguito, anche grazie al richiamo verso i nuovi articoli che inserisco nei gruppi LinkedIn di cui faccio parte (SEO Italia e Social Media Marketing) e da cui ricevo molte visite e diversi commenti/apprezzamenti (vi raccomando di partecipare ai gruppi professionali di LinkedIn e postare i vostri contenuti... sono una vetrina eccezionale!!).
Il blog dunque lo utilizzo sia per farmi conoscere in modo più informale (con l'intento di incrementare la fiducia verso la mia persona da parte dei clienti; ...è più facile entrare in empatia con ciò che si conosce!) sia per approfondire i temi della mia professione, cercando soprattutto di non scendere troppo nel tecnico perchè la mia linea è quella di essere una risorsa fruibile per chi ha intenzione di avvicinarsi al web, realizzare un proprio sito e/o capire meglio quali azioni intraprendere per ottenere più visibilità, traffico e ritorno. Affiancare un blog al sito può aiutarvi in tutto ciò. A me ha aiutato molto, incrementando il traffico sul sito soprattutto per ricerche long-tail (molto importanti perchè la tendenza delle ricerche va verso un incremento delle parole digitate, come illustra in modo eccellente questo fantastico articolo di Gianluca Fiorelli sulla situazione search/social in italia) ma forse, ancora di più, è servito a farmi conoscere da altri professionisti del settore incentivando spesso relazioni, amicizie, network e collaborazioni. Nel mio caso, si può tranquillamente affermare, che il ROI del mio blog non consiste tanto nel guadagno di soldi, ma è piuttosto un ROI socio/professionale!
Ok, ma se invece fossi interessato ad un ROI prettamente economico? Tutto molto bello quanto detto finora eh... ma non è che si rimane un pò nell'aleatorio? Quando si passa dalla scrittura ai numeri e alle statistiche, è quantificabile esattamente il ritorno sull'investimento che un blog aziendale può produrre in fatto di denari?
Alessio Beltrami (ringrazio il TagliaBlog per avermelo fatto conoscere!) ci ha provato a quantificare il ROI di un blog aziendale e ha pubblicato un ebook in cui illustra il suo metodo di calcolo e in cui dispensa ottimi consigli e spunti, che, per chi come me si occupa di realizzazione siti web, SEO e Inbound Marketing, sono sempre oro colato per quando si ha da parlare con i clienti e bisogna convincerli della bontà di una soluzione proposta, no? :)
Vi consiglio di scaricarlo (è gratuito!) e di leggerlo (si legge benissimo ed è ben fatto).
E per voi, quale è il ROI principale del vostro blog?
GooglePlus Author Profile : Delizard Siti Web e SEO Articolo scritto da Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.
Okey, è quasi un anno adesso che ne parliamo tutti in tutti i modi possibili.
La SEO ha attraversato la sua piccola "rivoluzione" interna: morti e feriti giacciono ancora sul campo (parlo dei siti penalizzati! Non amo molto le metafore con immagini belliche ma in questo caso si addiceva troppo bene... mi scuso comunque per l'utilizzo!) e adesso tutti conosciamo il Panda, il Penguin, l'Exact Match, che cosa si deve evitare di fare (azioni spinte di blackhat SEO) e che cosa è favorevole fare (Inbound Marketing: creazione di contenuti di valore, offerta di risorse rilevanti, puntare ad incrementare la propria Autorità, puntare sulla Fiducia e sulle Relazioni, utilizzare in modo appropriato i Social Network, offrire un'esperienza semplice, veloce, efficace ed incentrata sull'utente del nostro sito web, e puntare l'attenzione e il lavoro anche sul mobile).
Lo si può scrivere (e lo è stato fatto) in mille salse, accompagnato con ogni contorno o spezia (ecco, le metafore culinarie mi piacciono decisamente di più!), ma le ultime cose che ho elencato sono la summa dei punti nevralgici su cui dovremo concentrarci da un punto di vista SEO nel prossimo futuro.
Quindi, dando per assodato tutto ciò, a me piacerebbe, da qui in avanti, entrare più nel dettaglio di quali concetti queste azioni presuppongono e come fare a tradurli materialmente in azioni concrete, case history, elementi reali di successo.
Cosa significa che i contenuti creativi possono portare beneficio? Che cosa è creativo? E che cosa è Autorevole? Autorevolezza e Fiducia sono inestricabilmente legate o ci sono delle differenze?
Mi piacerebbe davvero, insieme a tutti gli interessati, entrare più nel merito di ogni espressione, dal generale al molto particolare e metterne in luce il suo reale valore nella concretezza della quotidianeità di chi si occupa tutti i giorni di queste problematiche.
Ad esempio, che cosa è sostanzialmente la creatività?
Wikipedia ha in merito una bella pagina: la radice sanscrita da cui tale termine nasce è KAR, e "KAR-TR" è "colui cha fa dal niente", il creatore, il demiurgo.
La definizione riportata più avanti di creatività ad opera di Poincaré è essenziale e precisa: "Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili".
Mi trova molto vicino, se per "utile" intendiamo anche un utile estetico, logico o emozionale. E' utile, a mio avviso, ciò che fa scoprire alla mente relazioni nuove prima invisibili e che generano dunque piacere di conoscenza, curiosità di approfondimento. Il surrealismo in tal senso credo abbia posto in maniera forte, rendendolo tangibile e visibile, questo nervo scoperto della creatività, questa sua essenzialità dirompente: rendere visibili e percepibili connessioni nuove e prima impensate.
Questo fatto del "prima", della conoscenza anteriore, della memoria, è davvero una fatto decisivo nella creatività: per essere veramente creativi si deve conoscere lo stato dell'arte, ciò che ci ha preceduto; bisogna mantenersi aggiornati, leggere, studiare e scandagliare il proprio ambito di ricerca il più possibile. Masticare ogni giorno le problematiche e non cessare mai di esserne affamato. Solo così poi, con l'applicazione quotidiana della mente e dello spirito a determinati argomenti, può scattare davvero la molla creativa. Anche l'allenamento a pensare "in un certo modo", ovvero ad un pensiero connettivo, relazionale, reticolare può a mio avviso incrementare la forza e la tensione creativa.
Ma come farla scaturire questa creatività e come utilizzarla in un processo di Inbound Marketing? Come metterla al servizio "di un servizio reale", che dovrà portare al cliente benefici tangibili e misurabili?
Per quanto detto prima, innanzitutto LA CONOSCENZA. Le INFORMAZIONI sono l'humus della creatività e più ne abbiamo a disposizione e più il nostro sviluppato e allenato pensiero laterale può portarci a partorire soluzioni nuove, impreviste, creative.
L'imperativo iniziale è dunque acquisire il massimo di informazioni possibili sull'attività del nostro cliente: intervista diretta, intervista a collaboratori, dipendenti, familiari, persone informate sul settore. Ricerca di fonti bibliografiche, letterarie, artistiche, giornalistiche, video su quell'argomento. Indagare la "memoria di quell'attività", la storia, come è nata, come si faceva prima, portare alla luce testimonianze. Anche la modalità di un'indagine etnografica potrebbe risultare importante.
Una volta che abbiamo a disposizione tutte le informazioni sulla nostra scrivania dobbiamo sforzarci di vederle in modo slegato, cercando di individuare una prospettiva nuova, un filo conduttore ancora invisibile che possa permetterci di CREARE una nuova storytelling, anche accostando i dati raccolti ad ambiti/concetti apparentemente molto distanti o addirittura apparentemente surreali (o perfino onirici). Tale apparente iniziale sur-realtà, se sapientemente costruita, sarà poi esperienza emozionale e coinvolgente per gli utenti, che attraverso "il racconto" comprenderanno l'unità di fondo del messaggio. E per divulgare "la nostra storia" (che prevederà una determinata nicchia di riferimento) abbiamo a disposizione il sito, il blog, i social, la creazione di video, di ebook, di gallerie fotografiche e di risorse di altro tipo, la creazione di eventi e/o la soddisfazione di alcuni bisogni.
La creatività, nell'INBOUND MARKETING, è quella scintilla in più che può renderci "conosciuti" agli occhi della nostra nicchia di utenti di riferimento per una determinata particolarità; può moltiplicare esponenzialmente la forza coinvolgente di un aspetto secondario, insolito, mai notato/divulgato prima o che avevamo sottovalutato.
E per voi, che cosa è la creatività?
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Se già Aristotele affermava che "l'uomo è un animale politico (sociale)", l'imperativo SEO più importante è che dobbiamo essere sociali, anche su internet; per lo meno far diventare "social" i nostri contenuti con i quali vogliamo scalare le serp dei motori di ricerca.
I link dalle directory, gli scambi link o i link da siti partner (anche con anchor text studiate ad hoc), stanno pian piano perdendo la loro forza decisiva in favore di una link building più spontanea, aperta e sociale. E come possiamo guadagnare questi link spontanei?