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Strategie SEO / SEMCome oramai ho ripetuto più volte in questo blog in molti articoli precedenti, è finito il tempo in cui bastavano un pò di links, inserimenti in directory, parole chiave ripetute nelle pagine e schemi di link più o meno ben progettati per ottenere comunque un buon posizionamento per il sito di turno.
Ad oggi, ciò che di meglio si può ottenere con queste azioni è una molto probabile penalizzazione da parte di Google, se non un vero e proprio "ban" dalle serp.

Quello che invece conviene mettere in pratica - e ve lo dice il vostro consulente SEO di fiducia - per ottenere buoni risultati è puntare sulla produzione di contenuti, sull'originalità, la creatività, l'off-web e i social networks.

Prima bastava comunicare al proprio SEO di fiducia la serie di keywords da spingere e questi, operando da prima una forte iper-ottimizzazione onpage su ogni singola pagina del sito internet, e poi incrementando in gran quantità il numero di links verso di esso con le solite 3/4 anchortext strategiche, si riusciva, per almeno 2 di esse, a portare il sito in prima pagina dei risultati e anche in un tempo relativamente breve.

Quello che ad oggi conviene comprendere è che ci vuole più tempo e molto più impegno per conseguire i risultati; ci vuole dedizione, costanza e passione; si deve essere percepiti come una fonte "autorevole" in grado di tranquillizzare il cliente sotto gli aspetti principali: affidabilità, correttezza, riconoscibilità, competenza, esperienza. In una parola si deve essere in grado di passare un messaggio forte e chiaro di TRUST (fiducia).

Quindi, una volta studiato e compreso - assieme al vostro professionista SEO - il vostro principale target di riferimento, i passi da compiere (comunque in modo coordinato tra loro in base ad una strategia pianificata), sono:
curare il sito aziendale, dotarlo di un blog che dovrà poi essere aggiornato costantemente con almeno 2 articoli a settimana, dotare il sito internet di altri eventuali strumenti utili (newsletter, forum, commercio elettronico, sistema di booking, ecc.), attivare i canali social dedicati.

Questo per quanto riguarda il "lato web".
Sarà poi necessario comunicare al SEO tutto ciò che riguarda la vostra azienda, da un lato più "reale":
punti di forza e debolezza, filosofia, strategie, movimenti e presenze a livello nazionale e internazionale, relazioni e partners, riviste di settore, siti di settore, persone influenti del vostre settore, eventi, personale, risorse interne ed esterne, ecc.
Tutto ciò dovrà essere osservato e ri-pensato dal SEO con le due lenti dei suoi occhiali speciali: creatività + Inbound Marketing (= strumenti/modalità/logiche di condivisione su internet dei ocntenuti -> analisi dei risultati -> ottimizzazione di nuovi approcci).

Il successo su internet si ottiene tramite un successo, in primis, di una propria attitudine mentale nuova, rivolta, oltre che strettamente al proprio lavoro, in maniera più ampia all'immaginazione/lavoro, alle aspirazioni/lavoro, alle relazioni/lavoro: in una parola al METALAVORO (ovvero alla produzione di contenuti/discorsi sul lavoro stesso).

Questa nuova era SEO/SEM può in un certo senso (in maniera molto "laterale"), essere accostata al concetto di karma: quello che voi apporterete di buono in termini di contenuti, vi ritornerà, in un processo "naturale" ed organico, in termini di links e popolarità su internet (ovviamente molto semplificato!).

Ecco quindi che maggiori input sarete in grado di portare al vostro SEO (che sta inglobando molti aspetti professionali che fino a poco tempo fa erano esclusivamente propri del "creativo", del "copywriter" o del "capo redattore"), e maggiori possibilità ci saranno per creare contenuti coinvolgenti e virali in grado di far crescere il vostro business sul web!

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Articolo scritto da
Francesco Giubbilini in esclusiva per il sito Millestanze.it.

Il Punto Google ha un suo "punto G"? :)
Una zona particolarmente "erogena" dei suoi algoritmi che se il tuo sito riesce a toccarla balza in prima posizione per tutte le keywords che ti interessano?

Credo di poter dire che una cosa simile non esista, ma c'è comunque a mio avviso un elemento più "erogeno" degli altri che solletica in modo più potente gli algoritmi del motore di ricerca più utilizzato al mondo: tale dato è rappresentato dal LINK (e dalle sue odierne e variegate varianti: mi piace, +1, citazioni, re-pin, re-tweet, ecc.).
Per dirla con una sola parola, che personalmente non amo molto, ma che può racchiuderli tutti: I VOTI. I "voti" che riceve una pagina credo siano ancora il nucleo centrale di quell'insieme abbastanza ampio di attività che contribuiscono a far posizionare il nostro sito nelle serp.

Ciò che è cambiato nel tempo, e che Google valuta sempre meglio e con più attenzione, è LA MODALITA' di acquisizione di tali links; fino a qualche anno fa era molto più semplice incrementare il numero di links verso il proprio sito e addirittura avevano anche molto più peso ed incisività i fattori onpage, come ad esempio la ripetizione di parole chiave (spesso nascoste) presenti nelle pagine. Oggi tali tecniche sono veramente "out" (portano soltanto ad essere penalizzati o bannati dall'indice) e in loro sostituzione si sta gradualmente andando verso un modo diverso di valutazione: si cerca di premiare la NATURALITA' DEI LINKS. Ovvero un formarsi lento e spontaneo di links da altri siti / profili social verso il nostro, e ciò può essere possibile perchè ad esempio, tramite esso, riusciamo a divulgare ottimi contenuti, che non è detto che debbano per forza essere "ottimi" nel senso di intellettualmente avanzati o iper-tecnici, ma ottimi (o "straordinari", come direbbe Seth Godin!) perchè creativi, divertenti, stravaganti, nuovi, ecc.

I Social stanno rivoluzionando il web, che a sua volta influenza le nostre vite, le quali ritornano ancora al web in modo diverso, e così via. Credo che sia in atto una rivoluzione digitale e reale - in cui ognuni parte influenza l'altra vicendevolmente - di cui almeno io non riesco a capire esattamente dove ci porterà, ma capisco benissimo di esserci nel mezzo.
E anche i motori di ricerca lo stanno capendo (e molto meglio di me ovviamente!), e stanno cercando di adeguarsi, credo con non poche difficoltà.

In questo scenario estremamente mutevole la SEO e la SEM, che sono forse le discipline più vicine a trattare la materia "LINK - VOTI", stanno evolvendo rapidamente: ho già parlato nell'articolo precedente di come forse SEO ad oggi, dovrebbe essere inteso più come Site Experience Optimization, ovvero una disciplina che si occupa di organizzare per i vostri utenti un'esperienza organica sul web dei vostri servizi/prodotti.

Stimolare "il punto G" di Google per salire nelle posizioni è questione di creatività, di natura, di organicità, di reale che si ibrida con il virtuale, di emozioni e di strumenti per diramarle in bit nei modi più diversi: curare un blog, curare un sito internet con continui aggiornamenti di qualità, fare foto e video creativi, essere ironici, tecnicamente informati sul proprio settore professionale, leggere, creare eventi, portare dentro ciò che fuori e viceversa, instaurare relazioni, aiutare chi ha bisogno (per quanto possibile), prendetersi il tempo per sognare e pensare creativamente; allenarsi a guardare il mondo da prospettive diverse e provare a condividere queste nostre visioni.

La "zona erogena" di Google sta dentro tutto questo secondo me; ad ognuno saperla poi sfruttare in modo proficuo per la propria attività!

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SEO: Site Experience OptimizationPer chi si occupa di SEO e Posizionamento del sito sui motori di ricerca forse condivide con me, da qualche tempo, un certo sentimento di inadeguatezza di questo termine (SEO) a descrivere veramente quello che è diventato oggi tutto l'insieme di attività che tale acronimo va a comprendere sotto di sé.

SEO: Search Engine Optimization.
Ottimizzazione per i motori di ricerca. A ripetere queste tre parole ascoltandone l'eco "...per i motori di ricerca", esse mi ritornano veramente come qualcosa di lontano, che va a perdersi poi nel frastuono molto più attuale dei rumori "sociali" (e più umani).

Io parlo di tendenza, provo di precorrere un pochino i tempi, in modo da cercare di essere già sopra le nuvole quando si scatenerà la tempesta (e alcune avvisaglie in lontananza già si sono viste, vedi gli ultimi Update di Google).

Il mio lavoro sta cambiando, il terreno su cui si applica (il web) sta evolvendo e quindi il primo e più importante lavoro devo farlo su me stesso: è fondamentale (e ri-fondante) che riesca a comprendere ed interiorizzare nuovi paradigmi sui quali basare le mie strategie SEO, e questo è un passo a mio avviso fondamentale, perché solo una volta raggiunta davvero questa nuova consapevolezza potrò cercare di "insegnarla", di coinvolgere in essa anche il mio cliente, la cui attiva partecipazione a questo nuovo processo SEO reputo di necessaria e vitale importanza.

Ma tale nuovo processo SEO, volendone mantenere invariato l'acronimo - così oramai conosciuto e condiviso - deve però a mio avviso cambiare, oltre che nella sostanza, anche nelle parole che descrivono tale sostanza, e quindi una possibile scelta potrebbe essere quella di Site Experience Optimization; ovviamente questa è la mia proposta, è modificabile e negoziabile, ma il sasso che sto cercando di lanciare è comunque quello di trovare insieme una nuova dicitura che sottolinei con indubbia forza che questo tipo di lavoro è cambiato, è diverso, è più complesso, si dirige più alle persone che ai motori di ricerca; quindi non un semplice cambio di nome per non far cambiare nulla (come spesso fanno i nostri "cari" politici nei confronti del nome del loro partito), ma un cambio sostanziale che inneschi anche nel cliente la possibilità di un approccio e una prospettiva immediatamente diversa (…che ancora chiede le metakeywords e i testi nascosti per posizionare il sito...! Ma facendo autocritica tali richieste sono anche un po’ colpa "nostra", che continuiamo a parlare di "search engine" rendendo quindi distante, tecnico e puramente informatico tale concetto per i non addetti ai lavori).

Perché dunque ho scelto Site Experience Optimization?

Innanzitutto la parola Experience (al posto di Engine): una parola che rimanda più a un livello "sociale", reale ed umano delle connessioni, della rete.
Portare l'esperienza sul web, la propria esperienza sul proprio sito, è portare comunque qualcosa di unico, che ci contraddistingue e non ha uguali. L'esperienza è sapere ed emozione, è conoscenza e condivisione (l'isolamento assoluto non porta a nulla di buono, come bene insegna "Into The Wild"); l'esperienza diventa qualcosa di fenomenale (e virale) quando è condivisa e condividerla sul web significa ad esempio scrivere e mantenere un proprio blog, partecipare a dibattiti virtuali su portali e/o forum, significa utilizzare i social per apportare contributi emozionali, fotografici e/o video.
Tutto ciò renderà unici i nostri contenuti sul web.

Ci sono poi gli altri due termini "minori" (anche se non troppo) ovvero "Site" e "Optimization" (quest'ultima è dunque l'unica a rimanere invariata, ed è il termine che riguarda più da vicino il compito "tecnico" del consulente SEO).

Il termine Experience deve essere in questo contesto affiancato a "Site" per sottolineare che comunque stiamo parlando di "esperienze riportate sul web, di presenza web" (ed infatti, a livello strettamente concettuale, penso sarebbe stato più appropriato "Web Presence Experience Optimization", ma in questo modo si perdeva la continuità con l'acronimo SEO e dunque ho inserito il termine "Site" al posto di "Web Presence"; Site è ovviamente inteso in senso allargato, a tutto ciò che gira intorno e contribuisce al successo del sito web strettamente inteso; ma forse questo è il termine più debole della triade e si potrebbe pensare di sostituirlo con uno più azzeccato!).

Ma tali esperienze riportate sul web devono comunque essere strutturate e Ottimizzate: non si possono riversare contenuti "a casaccio", un po’ qui un po’ là, senza un'adeguata rivisitazione e costruzione di senso, senza una Strategia (altra termine su cui forse varrebbe la pena soffermarsi più a lungo) che diriga e sostenga dall'interno tutta questa immissione di "Sé" nel web, che deve comunque avere lo scopo finale di rendere competitivo il sito internet del cliente per il settore che gli interessa.
E quindi qui (Optimization) entrano in gioco le conoscenze puramente tecniche del SEO, quell'insieme di nozioni importanti che il professionista deve avere in merito al fatto di rendere tali contenuti comunque "engine friendly", graditi (ma non troppo!) ai motori di ricerca, e quindi regole di redazione dei contenuti, del design, della programmazione, dell'ottimizzazione dei profili e della mappe, regole sull’utilizzo dei vari social, eccetera eccetera...

Ho dunque cercato in questo articolo di sintetizzare alcune mie personali riflessioni sul limite attuale (e futuro) della dicitura "Search Engine Optimization" e ho provato a fornire quindi una mia personale proposta alternativa - Site Experience Optimization - che tenga conto del fatto, a mio avviso imprescindibile, che per avere successo su internet si debba uscirne per poi rientrarvi, portando "dentro" contenuti esperienziali nuovi e creativi, utilizzando i giusti strumenti nel modo adeguato e tecnicamente in maniera più ottimale possibile.

Questa è la mia personale proposta; attendo le vostre :)

! AGGIORNAMENTO SUCCESSIVO DEL 4 DICEMBRE 2012
Potrebbe non essere da escludere anche una seconda proposta di SEO come  SITE ECOSYSTEM OPTIMIZATION, ovvero l'ottimizzazione dell'intero ecosistema-sito inteso anche in questo caso in modo ampio e non certo strettamente alle pagine che compongono il sito internet di riferimento. Questa "ampiezza" - e allo stesso tempo l'interconnessione tra i vari elementi all'interno di essa - a cui tale proposta vuole alludere, ce la indica la stessa definizione  del concetto di Ecosistema (da wikipedia):
"Un ecosistema è una porzione di biosfera delimitata naturalmente, cioè l'insieme di organismi animali e vegetali che interagiscono tra loro e con l'ambiente che li circonda."

E ancora, entrando più nel dettaglio:
"Ogni ecosistema è costituito da una comunità di organismi ed elementi non viventi con il quale si vengono a creare delle interazioni reciproche in equilibrio dinamico. Un ecosistema viene definito come un sistema aperto, con struttura e funzione caratteristica determinata da:
- Flusso di energia;
- Circolazione di materia tra componente biotica e abiotica.

Gli ecosistemi presentano quattro caratteristiche comuni:
- sono sistemi aperti;
- sono strutture interconnesse con altri ecosistemi;
- tendono a raggiungere e a mantenere nel tempo una certa stabilità;
- sono sempre formati da una componente abiotica e da una componente biotica.

La componente abiotica è costituita dagli elementi non viventi, dai composti organici e inorganici e da fattori climatici. La componente biotica è costituita da organismi animali e vegetali; si possono distinguere tre diverse categorie: i produttori primari, i consumatori, e i decompositori."

Vi invito dunque a provare a ragionare sul concetto di Ecosistema e ad uscire dalla metafora biologica per applicarlo all'ambito SEO: ottimizzare al meglio possibile l'esperienza dell'utente attraverso l'ecosistema web (sito [responsive] + blog + social + ecc.) del cliente; strutturarlo, ottimizzarlo, interconnetterlo, divulgarlo, studiarlo, migliorarlo...

La nuova tendenza che vorrei far emergere è comunque sempre la stessa: con l'evoluzione dei motori di ricerca (primariamente Google) la SEO deve, secondo me, aggiornarsi anche nella sua stessa espressione, non mettendo più al centro dell'attenzione "il motore di riecrca" (search engine), ma le persone e i loro ecosistemi!

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Google Webpage Quality Guidelines 2012Google ha di recente pubblicato, per i Quality Raters, un breve manuale (scarica: Google Search Quality Guidelines 2012) dedicato all’esplicazione delle linee guida che ciascun valutatore dovrà tener presente e seguire durante la stesura del proprio giudizio sulla qualità un sito web.
Il problema maggiore, fino ad ora, come si intuisce da alcuni passi della guida, era stato quello che non erano state diramate da Google delle linee precise a cui attenersi e quindi le valutazioni anche su di uno stesso sito internet potevano risultare anche molto diverse, in base ai gusti e alle inclinazioni personali di ciascun addetto.
Questo documento quindi è appunto importante in quanto cerca di dare uniformità ai giudizi fornendo una scaletta di punti da prendere in considerazione durante l’analisi del sito internet e per ciascun punto andare ad osservare “da vicino” determinate caratteristiche.

“The goal of this guideline is to standardize our approach to Page Quality rating.”


I siti web, in base al punteggio ottenuto in tutti i vari passaggi del check-in possono in definitiva essere classificati in:
1. Siti di Bassa qualità.
2. Siti di Media qualità.
3. Siti di Alta Qualità.

Vediamo dunque in dettaglio questi tre livelli e – in modo da fare anche une esempio pratico sulla mia stessa “pelle” – confronterò le indicazioni date con le pagine del mio sito.

Pagine Internet di Bassa Qualità
• Il fine della pagina non è chiaro oppure malizioso e ingannevole;
• I contenuti sono di scadente qualità oppure possono essere di qualità ma copiati (praticamente identici) da altre fonti autorevoli (e con mancanza di citazione della fonte da cui è stato prelevato);
• Il layout (web design e struttura) della pagina è pessimo;
• Gli spazi della pagina non sono ben utilizzati (impressione di confusione per gli utenti);
• I contenuti supplementari a quello principale sono scarsamente di aiuto, di scarso valore, carenti e distraggono;
• Le pagine di bassa qualità possono anche avere problemi di caricamento o di visualizzazione dei contenuti
• Presenza di errori grammaticali, notizie false o mal riportate, spinning content, keywords ripetute troppe volte, ecc.
• L’assenza dei contatti e di informazioni sulla persona che aggiorna il sito o si occupa della redazione dei contenuti;
• Pericolosità di un sito (pishing o download di files non sicuri).

Pagine Internet di Media Qualità
Molte pagine sul Web sono di livello “Medio” e non c’è nulla di male in esse. Allo stesso tempo è facile identificare per esse su quali punti si dovrebbe lavorare bene per migliorarle: potrebbero avere contenuti migliori, scritti meglio, un design più curato, ecc.
• Le Pagine di "Media Qualità" hanno uno scopo ed è abbastanza chiaro quale esso sia;
• Hanno buoni contenuti ma potrebbero essere migliorati o espansi;
• Il layout non è eccellente ma comunque mette in risalto il contenuto principale;
• Gli spazi sono utilizzati ragionevolmente bene;
• I contenuti ausiliari sono buoni e di aiuto;
• Molte recensioni e giudizi negativi potrebbero peggiorare il livello di una pagina in sé abbastanza buona.

Pagine Internet di Alta Qualità
Le pagine di “Alta Qualità” soddisfano l’utente in maniera totale: hanno moltissimi ottimi contenuti principali, ottimi contenuti ausiliari e il design è di alto livello. L’autore dei contenuti di queste pagine deve essere un vero esperto del suo campo. Solitamente queste pagine si trovano all’interno di siti web molto autorevoli giudicati tali anche da altri esperti attraverso articoli e/o recensioni.
• Hanno uno scopo ovvio e tale scopo è ben evidenziato e raggiunto ottimamente;
• I Contenuti Principali sono creati da esperti del settore;
• I contenuti sono curati e in grande quantità, se necessario anche aggiornati.
• Layout e Design sono studiati e progettati in modo professionale dando valore ai contenuti principali che sono messi in alto e al centro;
• Lo spazio è utilizzato in maniera ottimale;
• I contenuti accessori sono ottimi, di livello e veramente di aiuto per gli utenti;
• Le Pagine di “Alta Qualità” compaiono solitamente all’interno di siti web che hanno un’alta reputazione per lo scopo che si prefiggono; ad esempio: siti di notizie che hanno vinto dei premi, siti autorevoli in campo medico, siti di ricette ottimamente illustrate, siti di vendita online con altissimo “trust” da parte dei clienti;
• Anche i Social Media collegati al sito vengono valutati (commenti, aggiornamenti, link ed altre interazioni sono tutti aspetti che Google valuta attentamente).

A questo punto credo di poter dire che il mio sito Millestanze.it in linea generale, almeno per Google, ricada nei siti di “Media Qualità”, anche se per taluni particolari aspetti (chiarezza dello scopo, contenuti [vedi anche il blog], attività Social) potrei quasi osare di dire di ritenermi tra quelli di “Alta Qualità” :) 

E il vostro dove si colloca?

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Hard SEOLess is more” nacque come concetto legato all’architettura e fu coniato da Ludwig Mies van der Rohe (che fu anche ideatore di un altro famoso motto: “dio è nei dettagli”). Poi tale espressione prese sostanza anche nella grafica (sia pubblicitaria che nel web design): evitare gli orpelli, non caricare lo spazio di colori ed entità superflue; deve rimanere l’essenziale; solo così ciò che si vuole comunicare arriverà meglio e con più forza ed incisività.

Adesso pare che questo concetto venga preso a prestito anche dall’ambito SEO: come è oramai arcinoto, Google ha messo al bando la sovra-ottimizzazione seo delle pagine e sta facendo lotta dura e senza quartiere ai link spam e a quelli a pagamento. Le pagine del nostro sito internet devono essere ben costruite, avere titoli descrittivi e chiari, un buon contenuto ben scritto ed originale e possibilmente anche una grafica piacevole e semplice da navigare.

Ma basta davvero questo a posizionarsi bene nei risultati dei motori di ricerca per le keywords che ci interessano?
Io non credo, soprattutto se il settore è molto competitivo.

Quindi si, nessuna sovra-ottimizzazione, ma a ciò dobbiamo affiancare un altro concetto essenziale: HARD SEO.

Si deve puntare a ciò che è difficile, che costa fatica ottenere, che è impegnativo da realizzare. La SEO deve stimolare ed educare (sia i professionisti del web che i clienti) a “pensare difficile”, ad essere creativi e fantasiosi, a battere nuove strade, a trovare l’idea giusta che possa portarci link spontanei e traffico; a creare tante piccole “mucche viola” per dirla con Seth Godin!

Less is SEO is more? Hard SEO is the top!
Se riuscierete a mettere insieme queste due indicazioni nelle vostre strategie di promozione sul web (stiamo parlando di SEO, ma ciò potrebbe essere traslato in modo più generale a tutto il compartimento dell’inbound marketing), il successo, i link, il traffico, le prime posizioni (e i guadagni!), non mancheranno di sicuro!

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Pinterest - Social Network di condivisione di immagini e videoPinterest (il nome ha origine dalla fusione di 2 parole inglesi: pinboard [bacheca] e interest [interesse]) è un social network fondato nel 2010 e dedicato alla condivisione di foto, video ed immagini.
Iscrivendosi a Pinterest è infatti possibile creare delle bacheche (board) dedicate ad uno specifico argomento e salvare in esse, come speciali bookmark, le immagini / video attinenti e che ci hanno colpito o che riteniamo possano colpire gli altri utenti. All'immagine condivisa è possibile aggiungere un testo di descrizione, un link ed inserire degli hashtag (come Twitter).
Installando il plugin Pinterest nei "Preferiti" del browser, è semplice "pinnare" un contenuto nel nostro account direttamente dalla pagina web in cui ci troviamo; altre attività sono possibili su Pinterest per interagire con gli altri utenti: è possibile seguire (diventare follower) una persona o una sua singola "board", re-pinnare un contenuto altrui, commentare o mettere un "like" :)

Ma vediamo alcune caratteristiche che dovrebbe avere il "pin perfetto":
- pinnare immagini grandi (almeno 300 pixel) e di buona qualità (Pinterest è anche il principale responsabile dell'esplosione, negli ultimi tempi, delle oramai sovra-utilizzate infografiche!);
- se il "pin" lo eseguiamo per promuovere un nostro prodotto in vendita, pensiamo ad aggiungere direttamente sull'immagine una piccola etichetta con il prezzo;
- tenere presente che animali o bambini (o comunque un certo tipo di raffigurazione) catturano con facilità l'attenzione e l'emozione delle persone;
- considerare, per la propria strategia di web marketing, che Pinterest è un social network utilizzato in prevalenza da donne;
- se state condividendo una vostra immagine/video promozionale, un'idea vincente può essere quella di aggiungere uno slogan direttamente sulla foto;
- condividete le immagini nelle giuste bacheche e assegnate ad esse un nome descrittivo e che abbia appeal;
- aggiungete all'immagine una breve descrizione, informativa e interessante;
- aggiungete al testo informativo anche un link diretto verso la pagina del sito (o landingpage della vostra campagna marketing) sulla quale volete convogliare traffico;
- in ultimo, aggiungete al termine del testo alcuni hashtags strategicamente importanti lato SEO.

Ma Pinterest è veramente così efficace come social network? Può portarmi realmente delle visite?
A questa domanda - del tutto legittima - rispondo con un articolo recentessimo (del 6 settembre 2012) apparso su Search Engine Land: "Pinterest Now Sending More Traffic Than Yahoo Search".
Avete capito bene: il social network in questione sembra proprio che riesca a generare più traffico verso il vostro sito che non quello generato dai click sui risultati organici del motore di ricerca Yahoo.

Ancora scettici sull'utilizzo di Pinterest? :)

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Fonti Autorevoli per SEO e SEMSoprattutto in ambito SEO e WEB MARKETING mantenersi aggiornati è veramente strategico, a mio parere il punto centrale e prioritario per poter offrire poi al cliente un servizio importante ed incisivo.
Come si sa le "cose" sul web mutano molto velocemente e in ambito SEO / SEM la cosa può essere deleteria se non si riesce a stare al passo con i continui cambiamenti, cambiamenti che vengono i primis dagli stessi motori di ricerca (vedi Google, con gli ultimi e altisonanti Panda e Penguin Update; a questa pagina uno storico di tutti gli aggiornamenti rilasciati da Google. Oppure Bing e i suoi nuovi legami strategici - da un punto di vista SEO - con Facebook e in ultimo Quora) e da servizi esterni (social networks e siti di bookmarks) molto influenti (come Facebook, Twitter, Google+, LinkedIn, Delicious e StumbleUpon... solo per citarne alcuni dei più famosi!). E come poter seguire e comprendere affondo le conseguenze, i benefici, le opportunità o gli svantaggi di queste mutazioni che avvengono ad altissimi livelli ma che poi si riversano a pioggia sul nostro piccolo lavoro di posizionamento, condizionandolo e rendendo più o meno (o nulle!) incisive le tecniche adottate?

Seguire costantemente fonti autorevoli. Non c'è altro modo.
Questo è il vero, unico, grande "segreto" SEO che sta dietro ad ottimi lavori ed ottimi professionisti / agency.

Con i servizi a disposizione oggi, seguire quotidianamente gli "updates" di professionisti e agenzie del settore di livello planetario è allo stesso tempo semplice e molto impegnativo.
Semplice perchè grazie ai social networks (Twitter in primis, almeno per quanto mi riguarda!) e ai Blog (feed rss) ricevere notizie e suggerimenti di altissimo livello è veramente quasi automatico!
Molto impegnativo perchè la maggior parte delle risorse è in lingua inglese e spesso gli articoli sono lunghi e complessi e quindi ci vuole tempo e concentrazione per capirli a fondo.

Ma come ho accennato poco sopra la risorsa fondamentale sono le fonti, e quindi ve ne suggerisco, in base alla mia esperienza personale, qualcuna di ambito SEO / SEM che io personalmente seguo tutti i giorni e che reputo di altissimo livello:

SEO / SEM ITALIA

- Blog del TagliaErbe (Blog e adesso anche Newsletter!)

- Forum GT (Forum)


SEO / SEM INTERNAZIONALI  (Twitter)

- Search Engine Land

- Distilled

- Rand Fishkin

- Matt Cutts


SEO / SEM (Gruppi LinkedIn):

- SEO Experts

- SEO Italia

- SEOmoz

- Social Media Marketing Italia

(Poi seguo anche molte altre belle ed importanti realtà - SEO e SEM freelance più che altro - ma che a livello Nazonale/Internazionale hanno meno peso ed inoltre non posso, per ovvi motivi di spazio e di numero, elencarli tutti... comunque ringrazio ognuno di voi "in modo organico" :)
Molti vostri contributi e condivisioni sono davvero eccellenti ed utili, come spero lo siano a volte anche alcune delle mie!)

Grazie a questa enorme "rete" di saperi che si intrecciano e si commentano (spesso dall'interazione dei commenti escono fuori notizie e "prelibatezze" più importanti dello stesso articolo e quindi, se ciò che avete letto vi ha interessato, vi consiglio caldamente di leggere anche tutte le interazioni...) è possibile mantenere un livello di conoscenza dell'evoluzione del web e degli strumenti utili ad avere successo in ambito SEO/SEM abbastanza approfondita, che possiamo utilizzare per offrire servizi sempre milgiori ai nostri clienti, ma che non dobbiamo comunque dimenticare di divulgare a nostra volta... cercando così di diventare anche noi, nel nostro piccolo, fonti autorevoli!

L'autorevolezza (e il ranking) si conquistano gradualmente nel tempo con la fatica. Tutto ciò che è semplice produce effetti di scarsissima rilevanza.
E' questa, attualmente, la verità SEO più importante ed efficace di tutte! :)

Ovviamente invito tutti ad aggiungere, tramite i commenti, altre fonti autorevoli di ambito SEO / SEM che ritenete di importanza primaria seguire!

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