Stamani ascoltavo una trasmissione in cui si parlava del problema del lavoro dei giovani italia. Erano presenti vari ospiti di diverse posizioni politiche, di diverse età e che svolgono diverse tipologie di lavoro... Eppure mi sembrava di sentire ancora, nel 2011, aleggiare il fatidico e mortifizio alone del vittimismo, quello che blocca tutto, che dà tutte le colpe agli altri, che ti fa dire:
"è inutile tanto ci sono i raccomandati, ..è inutile tanto sono figlio di un operaio.  ..è inutile tanto lo stato non ti aiuta, ecc. ecc." (tutte cose dette nel programma, riportate per dover di cronaca!).

Io, come detto più volte, non sono in nessun schieramento politico, non sono raccomandato e quindi parlo sempre in base alla mia personale esperienza, al mio vissuto, e condividerlo lo vedo come un modo, forse, per aiutare qualcun altro, niente di più.



Io rifiuto con forza questo vittimismo deleterio.
In casa mia siamo due fratelli di genitori separati che hanno vissuto con la madre che guadagnava poco più di 1000 Euro al mese più il contributo del padre.  Ci siamo laureati tutti e due a Pisa. Questo perchè tutti e due abbiamo anche sempre lavorato, stagioni su stagioni, anche d'inverno per un paio di anni: ci abbiamo messo qualche anno in più, ma ci siamo laureati. E tantissimi miei amici hanno fatto lo stesso.
Mentre preparavo la tesi ho seguito un corso professionale di computer grafica, mi son dato da fare sul territorio per cercare qualcuno che potesse insegnarmi ancora e magari poterlo affiancare. Ho continuato a fare altri lavoretti e nel frattempo sfornavo le mie prime prove di siti web a costo zero o bassissimo per amici e parenti. Ho studiato libri e frequentato altri corsi costruendo lentamente la mia professionalità (che non smette mai di dover essere accudita e cresciuta! Sono un sostenitore accanito della formazione continua, senza la quale, soprattutto in un lavoro come il mio, si rischia in poco tempo la paralisi per out-of-date!).
Mi sono applicato il sabato e la domenica senza sosta su problemi di programmazione e molto altro, ho approfondito i rami che mi interessavano, ho strinto amicizie e collaborazioni.
Internet aiuta, e oggi Internet c'è.  Questo è un grandissimo vantaggio: bisogna sfruttarlo al meglio.

Rifiuto anche chi dice: "Ma fai il webmaster, l'idraulico, il cameriere.. che te ne fai di una laurea in Filosofia?".
Lo studio aiuta a comprendere il mondo, ad intravedere in qualche modo sottili architetture che lo regolano e lo fondano, aiuta ad entrare in relazione con gli altri, ad avere una mente più sveglia, più collaborativa, più facile all'apprendimento. Studiare non è solo libri è anche rapporto con gli altri studenti, con i professori, con realtà diverse: ovvero aiuta a rapportarsi con categorie di socialità che poi si ripeteranno nella vita.
Lo studio è una parte fondamentale della formazione psico-sociale di un individuo e tutti devono sentirsi in diritto di poter fare tale esperienza: c'è chi la farà con minimo sforzo e chi dovrà sudarsela il quadruplo (ma è anche più avvincente ed emozionante, no?), ma tutti dobbiamo desiderare di poter studiare quello che più ci piace.

Ecco dunque, questa è la mia esperienza.
Viviamo un tempo in cui c'è da aspettarsi ben pochi aiuti dallo Stato. Il mondo economico è in crisi planetaria e forze emergenti (vedi l'Africa) stanno avanzando. Se non abbandoniamo presto questo spirito di vittimismo e non ci diamo da fare Noi, in primis, per vivere e ritagliarci un nostro piccolo spazio di futuro, la vedo dura...

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