SE(O)MANTICA: SEO, SEMANTICA E LATENZA
Da qualche tempo, negli ambienti “poco raccomandabili” del mondo SEO, si parla sempre più di SEMANTICA. Gianluca Fiorelli , uno dei massimi esperti SEO a livello mondiale e di cui seguo con passione teorie, tecniche e strategie, ci dice, proprio a riguardo della semantica (commentando un post nel gruppo facebook “Fatti di SEO“):
“La semantica di Google è basata su algoritmi matematici per cui, come si sa, Google si serve di Machine e Deep Learning, e non è esattamente la Semantica che si studia in università, che è teorica e basata sulla filosofia del linguaggio.”
Perfetto. E sappiamo anche che attualmente l’algoritmo che guida i risultati in serp di Google è Hummingbird (altro articolo
qui), creato per capire meglio le ricerche vocali e più in generale per cercare di riuscire a rispondere in modo sempre
più appropriato alle query degli utenti comprendendone il reale intento più che cercare di rispondere alle singole parole chiave. Ultimissima è anche la news da casa Google riguardo all’impiego di una specie di “intelligenza artificiale” (Google RankBrain) che riesca ad auto-apprendere dai risultati e dal comportamento degli utenti sugli stessi.
Quindi dire che la SEO va verso la semantica significa che rientrerà sempre di più tra i compiti dei professionisti SEO quello di studiare l’intento di ricerca che gli utenti “nascondono” dietro le parole “digitate in chiaro” e quindi creare risorse (contenuti) che Google giudicherà le migliori a rispondere a tali quesiti. E come li giudica i migliori? Al momento, io credo, ancora molto peso hanno i link verso tale risorsa, le condivisioni sociali, i click in serp e il tempo di permanenza sul sito.
Credo che la SE(O)mantica serva ad oggi Google soprattutto ad uno stadio diciamo “a prioristico”, per classificare la risorsa nel modo migliore e quindi decretare in quale serp farla uscire e assegnandole anche un certo “peso” o “rilevanza” iniziale; successivamente però i segnali esterni sopra-citati determineranno il posizionamento reale della risorsa stessa rispetto alle altre in competizione per il medesimo “intento”. Questa almeno è, a mio parere, la situazione al momento in cui sto scrivendo questo post, ma è fortemente probabile che se la SE(O)mantica ha colpito nel segno, essa acquisirà sempre più peso indipendentemente dai segnali esterni verso la pagina.
Cercare di comprendere gli “intenti latenti” di chi compie le ricerche e preparare documenti (ipertesti) capaci di arricchire i keywords-paragraph con contenuti complementari spinge la SEO maggiormente verso discipline e ambienti di indagine quali la psicologia, la sociologia e l’etnografia, ovvero verso quella “green hat” di cui il SEO Francesco Margherita è uno dei primi (se non il primo!) e maggiori fautori.
Personalmente non ho ancora dati concreti per capire se questa “svolta” SE(O)mantica sia davvero efficace e possa migliorare il posizionamento di una pagina web al di là degli input esterni, ma seguo comunque con passione questa corrente perché comunque, al di là del posizionamento in sé, mi attiva in prima persona, come professionista e consulente SEO, a fare content marketing in modo migliore, più completo ed onnicomprensivo, spingendomi a studiare le persone destinatarie del mio messaggio anche sotto aspetti – quelli latenti appunto – a cui fino ad ora non avevo guardato.
E’ comunque un allargamento mentale e degli orizzonti della disciplina SEO. Per il resto, chi vivrà, vedrà… e si posizionerà!
Delizard – Francesco Giubbilini
DIGITAL MARKETING COACH | SEO | WEB MARKETING TURISTICO | REALIZZAZIONE SITI WEB
Da più di 10 anni mi occupo di promuovere professionisti e aziende sul web.
Inbound Marketing, SEO e Web Marketing Turistico sono i tre cardini attorno ai quali oggi ruota il mio lavoro.
La mia missione è creare insieme a te un’ecosistema digitale che funzioni e soprattutto che converta.