Inbound Marketing, Empatia e StoryTelling
Partiamo dalla definizione di EMPATIA che troviamo su wikipedia:
L’empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Empatia
significa “sentire dentro”, ad esempio “mettersi nei panni dell’altro”, ed è una capacità che fa parte dell’esperienza umana ed
animale.
Capiamo quindi che essere capaci di empatia ad un grado molto elevato è sicuramente un vantaggio in più a disposizione di chi si occupa di inbound marketing in quanto – basandosi questo sulla creazione di (ottimi) contenuti che possano diventare virali (traguardo massimo!) – l’essere capaci di “mettersi nei panni dell’altro” ci pone in uno stato di risonanza con i nostri destinatari il che è sicuramente una partenza avvantaggiata.
Attraverso il content marketing, che è una delle tante tattiche a disposizione della strategia globale di inbound marketing (ma sicuramente la più importante!), si punta a creare e promuovere dei contenuti originali studiati ad hoc per riuscire a fare lead generation (raccogliere contatti “in target”) su cui poi lavorare per trasformare tali contatti in clienti e perfino in brand ambassador.
Se dunque è “nelle corde” del marketer che si occupa della strategia di inbound marketing essere molto empatico, egli riuscirà in modo migliore a “sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda” degli utenti, intuire più velocemente e con maggior precisione il tipo di comunicazione da adottare, quali contenuti confezionare e realizzati in quale modo. A volte
bastano poche righe di differenza nel messaggio/contenuto che proponiamo per decretarne un più o meno alto grado di successo! (Sarebbe dunque opportuno che anche il copy avesse una certa sensibilità empatica particolarmente sviluppata!).
Lo storytelling è una componente fondamentale di ogni strategia di inbound marketing. Saper creare narrazioni che comunichino alla parte emotiva/emozionale delle persone è un obiettivo molto frequente da dover cogliere nel momento che progettiamo la realizzazione e divulgazione dei contenuti per la nostra campagna, e quindi diventa realmente
necessaria una certa dose di empatia per non rischiare di incorrere in gravi errori di sensibilità. Sbagliare sul lato emozionale rischia davvero di mandare a rotoli la campagna e anche, in alcuni casi, la brand reputation intera dell’azienda!
Lo storytelling aziendale è una vera e propria arte comunicativa, che riesce allo stesso tempo ad informare ed emozionare, trasmettere nozioni e coinvolgere sentimentalmente, arrivare al cervello e all’anima delle persone che ci stanno offrendo la loro attenzione (assolutamente da non tradire!).
“Giocare” sulla sfera affettiva/emozionale delle persone è un “gioco” molto serio e assai delicato. Il nostro messaggio/contenuto entra in relazione con aspetti più o meno profondi dell’emotività umana: da una battuta ironica che può non venir percepita come tale ad errori/orrori molto più gravi che possono riguardare la sfera sessuale, le
credenze religiose o le convinzioni etico-morali del nostro pubblico. Dal successo alla crisi il passo è breve, soprattutto se mettiamo il nostro brand (e la sua reputazione, magari duramente costruita in tanti anni!) nelle mani di persone sbagliate o comunque poco attente alla sfera emotiva e psichica degli altri.
Quindi, prima di partire con una campagna di inbound marketing sarebbe opportuno studiare approfonditamente la nicchia di riferimento e i suoi tratti emotivi principali. Un metodo può essere quello di analizzare lo storico delle pubblicazioni social (facebook in primis) individuando i post di maggiore successo e cercando di delinearne le
caratteristiche che li hanno resi tali, magari individuandone anche – se ci sono – dei tratti comuni. Da uno studio simile si potrebbe forse già comprendere quale tone of voice gli utenti che già ci seguono preferiscono.
Unendo e incrociando poi questi aspetti rilevanti pregressi con un contenuto empatico studiato ad hoc, molto probabilmente siamo già ad un buon punto dal quale è lecito aspettarsi un ritorno positivo sul lancio della campagna.
Ma è possibile “imparare ad essere empatici”?
La risposta è indubbiamente SI. Cercando su Google è possibile imbattersi in esperimenti di neuroscienza in cui l’intento è proprio quello di dimostrare la possibilità di migliorare il proprio aspetto empatico. Oppure, più facilmente, si trova che è possibile allenarsi all’empatia anche leggendo molti romanzi.
Io penso ancora più “banalmente”, senza troppe ricette, che l’empatia si costruisca spontaneamente affrontando il mondo e la società in modo aperto, curioso, con altruismo, voglia di conoscenza e ironia (e soprattutto dovremmo essere abituati a questo atteggiamento aperto fin da piccoli dai nostri genitori).
Seguendo questo filone, sembra anche che se si riuscisse a fondare una civiltà dell’empatia le cose nel mondo andrebbero molto, ma molto meglio… altro che inbound marketing!
Delizard – Francesco Giubbilini
DIGITAL MARKETING COACH | SEO | WEB MARKETING TURISTICO | REALIZZAZIONE SITI WEB
Da più di 10 anni mi occupo di promuovere professionisti e aziende sul web.
Inbound Marketing, SEO e Web Marketing Turistico sono i tre cardini attorno ai quali oggi ruota il mio lavoro.
La mia missione è creare insieme a te un’ecosistema digitale che funzioni e soprattutto che converta.