Il filosofo padre dell’estetica, Immanuel Kant, rispondeva pressapoco così (tradotto in italiano) alla domanda: che cosa è l’illuminismo?

“L’illuminismo è l’uscita dell’uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l’incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro.”
(fonte: http://www2.units.it/storia/Docenti/Abbattista/Moderna_03/Kant_Was%20ist%20aufklaerung.htm)

Personalmente, fin dai tempi in cui frequentavo l’università, questa definizione mi ha sempre colpito tantissimo: l’uscita da uno stato di minorità di cui noi stessi siamo colpevoli. Che bellezza! Si aggancia la volontà di sapere ad una propria morale interna, a quella spinta spirituale che noi stessi dobbiamo accendere e alimentare per non restare nel buio; e se questa volontà attiva di uscire/elevarsi dallo stato in cui ci troviamo non viene perseguita, di ciò non possiamo incolpare altro che noi stessi!
Che attualità! Esplorare fuori dal terreno quotidiano, dal conformismo, per raggiungere la conoscenza… Ciò richiede uno sforzo, ma è indispensabile se non vogliamo rimanere per sempre nel solco già tracciato da altri e quindi nell’anonimato e nell’indistinto.

Come è semplice capire questa grandiosa definizione dell’Illuminismo può essere metaforicamente traslata su altri campi dell’indagine cognitiva e io vorrei appunto portarla sul terreno dell’inbound marketing.

L’inbound marketing è un vero e proprio modus vivendi, che implica quindi anche un certo allenamento della mente a guardare il mondo circostante da punti di vista differenti; indossare gli occhiali dell’inbound marketing ci permette di scovare connessioni a prima vista invisibili, di potenziare il pensiero laterale e creativo, di rielaborare i dati per arrivare al nuovo; ma per fare ciò c’è bisogno di uno sforzo continuo, di una tensione verso il mondo che solo noi stessi possiamo darci! E’ come assumere una postura diversa a quella a cui ci siamo abituati da anni e che le curve del nostro corpo rivelano: all’inizio sarà più impegnativo mantenere tutti gli arti in una nuova posizione ma poi, pian piano, lo sforzo (e il dolore) sarà minore e cominceremo ad apprezzarne anche i benefici.

Fare inbound marketing però non si arresta ad un solo cambio di postura. Il cambiamento deve essere costante, mai soddisfatto di sè, ma accontentato. Se la tensione cessa i vostri messaggi torneranno ben presto alla banalità e la vostra strategia di marketing perderà quell’appeal unico, quella presa mordace sugli utenti che tanto prima vi aveva contraddistinto e portato vantaggi.

Inbound marketing è scavare con il cliente in tutti i meandri dell’attività fino a quelli più piccoli, apparentemente insignificanti, per trovare tracce a cui aggrapparsi e cominciare a costruire producendo nuovi contenuti. L’uscita dalla minorità è alla portata di tutti, basta volerlo e avere passione per la ricerca. Non tutto è stato detto e oggi poi lo si può dire in molti modi, di cui uno molto efficace è quello di riuscire a trasformare le informazioni in storie ed emozioni, raccontate attraverso diversi strumenti (transmedia storytelling).

Forza allora: usciamo dalla nostra minorità e facciamo delle scoperte e del sapere che costruiremo in tale percorso, delle storie avvincenti per il nostro pubblico!

Delizard – Francesco Giubbilini

DIGITAL MARKETING COACH | SEO | WEB MARKETING TURISTICO | REALIZZAZIONE SITI WEB
Da più di 10 anni mi occupo di promuovere professionisti e aziende sul web.
Inbound Marketing, SEO e Web Marketing Turistico sono i tre cardini attorno ai quali oggi ruota il mio lavoro.
La mia missione è creare insieme a te un’ecosistema digitale che funzioni e soprattutto che converta.